Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/313




CAPITOLO XXIX.



Seguita la narrazione, ed indi trattasi del grazioso artifizio e del modo usato per togliere il nostro innamorato cavaliere dalla sua asprissima penitenza.



TT

ale, o signori, è la veridica istoria della mia tragedia: considerate, e giudicate ora se i sospiri che avete uditi, le parole che avete intese, e le lagrime che scaturirono dagli occhi miei, potevano avere una più legittima causa: e ponendo mente alla qualità della mia disgrazia, vedrete che riesce vana ogni consolazione, quando il male non abbia rimedio. Vi prego soltanto (ciò che potrete facilmente eseguire, e lo dovrete) di consigliarmi dove potrei passare la vita senza che mi opprima il timore e l’angoscia di essere colta da quelli che mi vanno cercando. Ciò da voi chieggo, perchè quantunque io sappia che il grande amor che mi portano i miei genitori potrebbe rendermi sicura di essere da loro ben ricevuta, tanta è però la vergogna che mi assale pensando di presentarmi loro in modo tanto diverso dalla loro aspettazione, che reputo miglior partito fuggirne eternamente la vista piuttosto che trovarmi dinanzi a loro, sapendo che non ravvisano più in me l’impronta di quella illibatezza su cui dovevano riposare„.