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capitolo xxviii. 279

pettinato, torto ed innaspato filo, ci fa sapere che mentre il curato disponevasi a consolare Cardenio, gli tolse di farlo una voce venutagli agli orecchi: “Oh Dio! diceva, sarebbe possibile ch’io avessi trovato luogo che servir potesse di sepolcro al pesante carico di questo corpo che a mio dispetto sostengo? L’ho trovato sì; chè non può ingannarmi nelle mie speranze la solitudine di queste montagne. Ahi sventurata! quanto meglio d’ogni vivente mi faranno dolce compagnia queste balze per isfogare col cielo la sciagura che sì mi opprime. No, non vi è più sopra la terra persona da cui si possa sperare consiglio negli incerti eventi, alleggiamento nelle querele, e rimedio nei mali!„ Il curato ed i suoi compagni udirono queste parole; e sembrando loro, com’era in fatto, che non fosse lontano chi si lamentava, si misero tosto a cercarne; nè andarono più che venti passi, ed ecco dietro un masso videro seduto appiè di un frassino un giovane in abito di contadino, del quale non iscorsero subito il volto, giacchè teneva la testa bassa per lavarsi i piedi nelle acque di un ruscelletto ch’ivi scorreva. Vi giunsero eglino sì chetamente che non furono da lui sentiti, nè ad altra cosa quegli ponea mente se non se al suo lavacro, discoprendo due piedi di tanta bianchezza che parevano pezzi di cristallo misti alle pietre sulle sponde di quel ruscello. Ne ammirarono la candidezza e la bellezza, sembrando loro che non fossero fatti per calpestar zolle, nè per camminare fra l’aratro ed i buoi, come pareva richiedere l’abito di cui il giovane era vestito. Accortosi pertanto di non essere stato veduto, il curato che precedeva gli altri fece motto ai compagni che si mettessero in aguato, celandosi dietro un macigno ivi presso. Ciò tutti eseguirono, stando attenti ad ogni atto di quel garzone, il quale portava una piccola zimarra bigia con una cintura bianca ed un paio di calzoni larghi di panno nero, con una montera1 del panno medesimo. I suoi calzoni erano rimboccati su fino a mezzo la gamba che parea di alabastro. Terminato che ebbe di lavarsi i piedi, trasse un asciugatoio che teneva sotto alla montera e se li asciugò; poi volendo sollevarsi dal volto i capegli, alzò la testa e scoperse una bellezza sì incomparabile, che Cardenio disse al curato con bassa voce: — Poichè non è Lucinda, non è questa nemmeno persona umana e pare divina. Il garzone si trasse la montera, e scotendo la testa fece mostra di una pomposa treccia di biondi capelli, tale da mover invidia ai raggi del sole. Si avvisarono da tutto ciò, quello che parea un contadino dover essere invece che una delicata fanciulla, e la più bella che

  1. Specie di berretto usato da’ contadini nella Mancia e nell’Andalusia.