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d’aver ritrovato il suo padrone. S’internò egli dunque nella montagna, lasciando il curato ed il barbiere in un sito dove scorreva un piacevole ruscello cui faceano grata e fresca ombra collinette amene ed alberi frondosi. Il giorno in cui vi arrivarono era uno dei più caldi del mese di agosto, che in quelle parti suol essere cocente assai, e l’ora le tre della sera, ciò che rendeva il luogo piacevolissimo, e niente noioso il tempo necessario ad attendere il ritorno di Sancio. Standosene ambedue seduti all’ombra udirono una voce che senza essere accompagnata da alcuno stromento, dolce e ben modulata dava un suono eccellente; del che non poco si maravigliarono, giacchè quelli non parevano luoghi da sentirvisi canti così soavi. E nel vero, quantunque si soglia dire che per le selve e pei campi si trovano pastori atti a melodie maravigliose, sono però queste piuttosto fantasie di poeti che verità. Si accrebbe in loro la maraviglia quando si accorsero che i versi cantati non erano proprii di gente rustica, ma di cittadini coltissimi; nella quale opinione li confermò vie più il canto seguente:


“Chi m’ha rapita la mia pace? — Il Dispetto.
Chi addoppia il mio dolore? — La Gelosia.
Chi mette a prova la mia tolleranza? — L’Assenza.
E così al mio affanno non è alcun rimedio, poichè me ne tolgono ogni speranza, Dispetto, Gelosia ed Assenza.

Chi mi cagiona questo dolore? — Amore.
Chi contrasta alla mia felicità? — Fortuna.
Chi permette il mio affanno? — Il Cielo.
E così io debbo apparecchiarmi a morire di questo male, poichè al mio danno congiurano Amore, Fortuna, il Cielo.

Chi può mitigar la mia sorte? Morte.
E chi ottiene felicità in amore? — L’Incostanza.
E chi ne guarisce gli affanni! — La Follia.
E così non è buon consiglio voler guarire la passione quando i rimedii ne sono Morte, Incostanza, Follia„.

L’ora, il tempo, la solitudine, la voce e la maestria del cantore cagionarono ammirazione e diletto ai due che lo intesero, e che non fecero il più piccolo movimento per attendere se altra cosa si udiva; ma poichè il silenzio si potraeva assai lungamente, pensarono di andare in traccia di sì bravo cantore. Li distolse però dal farlo la voce medesima che sentir si fece cantando di nuovo così: