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226 | don chisciotte. |
con ogni diligenza; se poi la vostra sventura è del novero di quelle che non possono ricevere consolazione, e mi farò compagno vostro nel piangerla, e cercherò di addolcirla in ogni modo: ch’è pur qualche sollievo all’afflitto il ritrovare chi si unisca nell’afflizione con lui! Se dunque vi pare che meriti di essere gradita la mia buona intenzione, con ogni amorevolezza vi supplico, o signore, per la molta cortesia che dimostrate in voi stesso, e vi scongiuro al tempo medesimo, per la cosa che più vi è o vi fu cara al mondo, che mi facciate sapere chi voi siete, e la causa che vi ha tratto a vivere ed a morire in queste solitudini a guisa di un bruto, stando in esse così fuori di voi stesso, come dimostrano il vostro vestito ed il vostro portamento. Vi giuro, seguitò a dire don Chisciotte, per l’ordine di cavalleria che ho ricevuto, benchè indegno e peccatore, e per la mia professione di cavaliere errante, che se in questo mi compiacerete, io sarò a servirvi con quell’ardore a cui mi obbliga l’esser mio, o rimediando alla vostra disgrazia, s’ella ha rimedio, od accompagnandomi a voi per deplorarla, siccome vi ho già promesso„.
Il cavaliere del Bosco sentendo parlare di tal modo quello dalla Trista Figura, altro non facea che guardarlo e tornarlo a guardare da capo a fondo, e dopo averlo tanto osservato, soggiunse: — Se hanno di che darmi a mangiare, me lo diano per amore di Dio, ed io dopo essermi sfamato farò quanto mi si comanda in segno di gratitudine a così buone intenzioni„. Trassero allora, Sancio dalla sua dispensa, ed il caprajo dal suo zaino, quanto bastava per saziare l’appetito dello Stracciato; il quale non lasciava che un boccone aspettasse l’altro, inghiottendoli prima di masticarli; e mentre stava divorando, nessuno proferiva parola. Terminato ch’ebbe lo invitarono a seguitarli, e lo condussero in un verde praticello che giaceva dietro ad una balza a poca distanza. Ivi si assise egli sull’erba, e gli altri fecero lo stesso, e tutto si eseguì senza che alcuno dicesse parola, finchè lo Stracciato dopo essersi posto al suo luogo, disse: — Se bramate, o signori, che brevemente io vi faccia palese la immensità delle mie disgrazie, mi dovete promettere che non interromperete nè con domande nè altrimenti il filo della funesta mia istoria; perchè contravvenendo a ciò, subito che aprirete la bocca, la narrazione resterà a quel punto interrotta„. Questo discorso richiamò alla memoria di don Chisciotte la novella che gli avea raccontata il suo scudiere, lasciandola sospesa quando non gli seppe dire il numero delle capre che aveano passato il fiume. Ma tornando al nostro Stracciato, proseguì egli dicendo: — Questa dichiarazione l’ho premessa pel desiderio che ho di non trattenermi a lungo nel