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nel libro dei Re nel capitolo ove vedrete che questo sia scritto. Per mostrarvi poi uomo erudito nelle umane lettere, ed anche cosmografo, fate in modo che nella vostra storia si nomini il fiume Tago, e qui si aprirà il campo ad un’altra famosa annotazione dicendo: Al fiume Tago diede il nome un re delle Spagne: nasce nel tal luogo, e muore nel mar Oceano, bagnando le mura della famosa città di Lisbona, e credesi abbia le arene d’oro, ec. Dovendo parlar di ladroni, vi dirò la storia di Caco da me saputa a mente: se di donne impudiche eccovi il vescovo di Mondognedo1 che vi darà a prestito Lamia, Laide e Flora, con una annotazione da averne grande onore; se di crudeli, Ovidio vi offre Medea; se d’incantatrici o fattucchiere, da Omero vi si fa innanzi Calipso, Circe da Virgilio; se di capitani valorosi, Giulio Cesare vi dà sè medesimo nei suoi Commentarii, e Plutarco vi somministra mille Alessandri. Se tratterete di amori, sol che sappiate due oncie di lingua toscana, ne riscontrerete a dovizia in Leone Ebreo2; che se non vi piace d’accattarne dagli stranieri, avete in casa vostra il Fonseca, che tratta dell’Amore di Dio, ove riscontrasi quanto e voi e l’uomo più ingegnoso del mondo sapreste desiderare in tale argomento. Insomma basta che voi troviate la nicchia a siffatti nomi od applichiate alla vostra le storie qui ricordate, e lasciate poi a me il fastidio di apporre le annotazioni e le postille: posso con ogni asseveranza rendervi certo di riempirne i margini, e d’imbrattarne quattro fogli nel fine del libro.

“Passiamo ora alla citazione degli autori dei quali sono provveduti gli altri libri, ed il vostro è affatto privo. Anche a ciò è facile assai rimediare, da che non avete che cercarne uno che tutti in sè li unisca dall’A alla Z3, come voi dite, inserendo questo stesso al-

  1. Don Antonio de Guevara che scrisse in una delle sue Lettere la Notevole storia di tre innamorate. “Questa Lamia, egli dice, questa Laide e questa Flora furono le più belle e più famose cortigiane che mai vivessero, quelle che furono celebrate da più scrittori, e per le quali un maggior numero principi andò in rovina.
  2. Rabbino portoghese, poi medico a Venezia di cui abbiamo I dialoghi d’amore stampati nel 1541. Montaigne dice di questo autore, “Il mio paggio fa all’amore e lo intende. Leggetegli Leone ebreo..., si parla di lui, de’ suoi pensieri e delle sue azioni, e non intende niente.„ (Lib. III, cap. V.)
  3. Quali sarebbero il Pellegrino, o l’Isidro di Lope de Vega che finiscono con una tavola alfabetica degli autori citati; e la tavola dell’ultimo di questi poemi contiene sino a centocinquanta nomi. Un altro Spagnuolo, don José Pellicer de Salas, fece poi ancor più. Il suo libro intitolato Lecciones solemnes à las obras de Don Luis de Gongora, è preceduto da un indice degli scrittori da lui citati, il quale per ordine alfabetico ha due mila centosessantacinque articoli divisi in settantaquattro classi.