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rito. Sembrami pertanto che sarebbe savio partito (salvo il miglior parere della signoria vostra), che andassimo a servire qualche imperadore od altro gran principe, il quale sia in guerra; nel cui servigio voi, signore, possiate mostrare il valore della persona, le grandi forze e l’eminente giudizio di cui siete fornito. E la ragione di questo si è che, viste tante prodezze da quel signore al cui servigio ci fossimo applicati, ci darebbe egli una remunerazione conforme ai meriti di ognuno di noi; allora non mancherebbe chi scrivesse le imprese della signoria vostra a perpetua memoria, nulla dicendo delle mie, perchè ecceder non debbono i confini scudereschi; benchè so dire che se si usasse di scrivere nella cavalleria imprese di scudieri, tengo per fermo che non resterebbero senza onore anche le mie. — Non dici male, rispose don Chisciotte, ma prima di venire a questo termine, è necessario di andare pel mondo e meritarsi celebrità, cercando avventure, conducendone talune a glorioso fine, cogliendo quella fama e riputazione che si otterrebbe nel servigio di qualche gran monarca, e diventando cavaliere sì noto che appena i ragazzi lo abbiano veduto entrare per la porta della città, tutti lo seguitino e se gli aggirino d’intorno, gridando: Questi è il cavaliere del Sole o della Serpe, o di qualche altra insegna, sotto la quale egli abbia compiute grandi imprese: Questi è, dicano,