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capitolo xix. 167

terebbe un gran sacrilegio essendo io chierico e già pervenuto ai primi ordini. — E chi diamine vi ha qui condotto, disse don Chisciotte, se siete un ecclesiastico? — Chi? rispose il caduto; la mala mia sorte. — Ma un’altra peggiore ve ne sta sopra, disse don Chisciotte, se non rispondete puntualmente a quanto vi dimando. — Servirò vossignoria molto volentieri, rispose colui; ed ella saprà che quantunque io le abbia detto di essere chierico, non sono che baccelliere, e mi chiamo Alonso Lopez nativo di Alconvendas; vengo dalla citta di Baeza con altri undici sacerdoti, che sono quelli che fuggirono colle torce accese, e siamo diretti alla città di Segovia per accompagnare un corpo morto che giace in quella lettiga; ed è il corpo di un cavaliere mancato di vita in Baeza dove stette depositato per qualche tempo, e adesso, come dico, ne portiamo le ossa al suo sepolcro ch’è in Segovia sua patria. — E chi lo ammazzò? domandò don Chisciotte. — Dio che gli mandò una febbre maligna, rispose il baccelliere. — A questo modo, soggiunse don Chisciotte,