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capitolo xv. 129

ricevere da persona alta o bassa, ricca o povera, cittadina o plebea, senza eccettuare stato e condizione di sorte alcuna„.

Come don Chisciotte ciò intese, rispose: “Oh quanto pagherei di poter parlare un po’ riposato, e che mi si mitigasse il dolore di questa costola quanto bastar potesse, o Panza, per farti conoscere il tuo errore! Senti, sempliciotto: se il vento della fortuna, avverso finora, voltandosi in nostro favore, soffiasse nella vela del nostro desiderio, sicchè potessimo senza opposizione di sorta prender porto in alcuna delle isole che ti ho promesso, che saria di te, qualora dopo averla conquistata io te ne facessi assoluto signore; e tu te ne rendessi indegno per non essere cavaliere, e per non amare di esserlo, e non aver valore o intenzione di vendicare i tuoi torti e difendere il tuo dominio? Perocchè devi sapere che nei regni e nelle provincie di nuova conquista gli animi dei nazionali non sono mai tanto tranquilli nè tanto affezionati al novello dominatore, che non gli resti sospetto di qualche congiura diretta ad alterar di nuovo le cose od a rimettere in piedi quelle di prima. Rendesi dunque necessario, che il nuovo possessore abbia senno acconcio a saper governare, e valore per offendere e per difendersi in qualunque occasione. — Vorrei avere avuto quel buon giudizio, rispose Sancio, e quella bravura descritta da vossignoria nel fatto che ci è occorso presentemente; ma le giuro da povero diavolo che sono, che ho più bisogno di empiastri che di ragionamenti. Tenti vossignoria, se può, di rialzarsi e aiuteremo Ronzinante, benchè non lo meriti, per essere stato lui la causa principale di tutta questa rovina. — Ah! sclamò don Chisciotte, non avrei mai pensato questo di Ronzinante; lo ebbi sempre in conto di persona morigerata e pacifica al pari di me: si suol dire pur bene che a conoscer uno ci vuole gran tempo, e che in questa vita non avvi cosa sicura. — Chi avrebbe mai detto, soggiunse Sancio, che a quei colpi di spada dati dalla signoria vostra a quello sventurato passaggiero, dovesse tener dietro per la posta una sì terribile tempesta di bastonate qual fu quella che si scaricò sopra le nostre spalle? — Le tue possono essere avvezze a simiglianti burrasche, replicò don Chisciotte; ma alle mie, cresciute nella bambagia e nella tela d’Olanda, è ben evidente che debba riuscire senza paragone più dolorosa questa disgrazia; e se non fosse perchè mi figuro... che dico mai mi figuro? perchè sono certissimo che tutti questi malanni vanno uniti indispensabilmente all’esercizio delle armi, credo sicuramente che io me ne morrei qui di rabbia e di veleno„. A questo replicò lo scudiere: — Se tali disavventure sono proprie della cavalleria, favorisca ella dirmi se vengono spesso spesso, oppure se hanno certi tempi determinati; perchè (a quanto vedo) dopo due di queste avventure, noi non sa-


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