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capitolo xv. 125

bisacce, e senza complimenti e in fratellevole compagnia, padrone e servidore diedero fondo a quel poco che in esse trovarono. Non s’era curato Sancio di mettere le pastoie a Ronzinante, conoscendolo sì mansueto e nemico delle brighe da non pigliarsi fastidio di tutte le cavalle che potessero essere ne’ pascoli di Cordova. Ma l’avversa fortuna e il demonio che sempre non dorme, vollero che fosser allora in quella valle un branco di chinee di Galizia appartenenti a certi vetturali janguesi, che usano fermarsi a meriggiare quietamente in quei luoghi ove l’erbe e le acque offrono alle loro bestie nutrimento e fresco opportuno; e tale appunto era il sito dove allora trovavasi don Chisciotte. Avvenne dunque, che saltò il grillo a Ronzinante di pascolare con le signore chinee, e subito che le fiutò, cambiando il naturale suo passo e costume, senza torsi licenza dal suo padrone, prese un trotto grazioso verso di loro: ma ne fu accolto a calci e a morsicature, per modo che di lì a non molto gli fecero cader la sella; ed il peggio fu poi che i vetturali avendo veduta la violenza con cui Ronzinante s’era cacciato fra le loro chinee, ac-