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capitolo xiv. 117


della giovane. Ambrogio, come colui ch’era stato a parte de’ più reconditi pensieri del suo amico, rispose: “A cancellar questo dubbio sappiate che quando fu scritta la canzone da questo infelice, trovavasi egli lontano da Marcella, la quale a bella posta erasi discostata da lui per vedere se l’assenza potesse guarirlo. E siccome tutto reca afflizione ad un amante lontano, perciò si tormentava Grisostomo con sognate gelosie, e teneva gli immaginari sospetti come verità indubitate; egli è d’altra parte verissimo quanto si dice comunemente della bontà di Marcella; chè dall’essere un po’ crudele ed arrogante in fuori, di niun’altra colpa potrebbe tacciarla la stessa invidia. — Così è, rispose Vivaldo;„ e mentre stavasi egli per leggere un altro de’ fogli sottratto alle fiamme, ne venne distolto da una maravigliosa visione (che tale gli parve) e fu questa: che