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CANTO PRIMO.

ERANO TUTTI i Greci ritornati
     A le lor patrie, à le natie contrade;
     Tutti quelli dico io, che fur campati,
     Ò d’altre morti, ò da le Frigie spade.
     Sol vivea lunge à i cari tetti amati
     Ulisse, e non per sua sceleritade:
     ma sol perché Calisso lo teneva,
     Seco per forza, e di lui tutta ardeva.

Costei ch’era una fata, o Ninfa audace
     Data à i diletti, e ne’ suoi amor fervente
     Desiava goderselo con pace
     Infin ch’egli vivea, perpetuamente
     Onde percossa d’amorosa face
     Con inganni, e lunsinghe, era possente
     Di trattener, havendolo sì caro,
     Un Re prudente, un cavalier sì raro.

Ma non solo ad Ulisse era la sorte
     Contraria lunge alla sua propria terra,
     Ma da gli amici dentro à la sua corte
     gli era resa molestia, e fatto guerra.
     E Nettunno oltre à ciò l’odiava forte
     Sì, che ’l ritorno à la sua patria serra.
     Il quale in Ethiopia un dì fu gito
     À un solenne a lui fatto alto convito.