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(Tiene i libri in una mano e le due stecche nell’altra a mo’ di nacchere).

Se invece d’un vile vocabolario fosse un tamburello! (Eseguisce la danza della gitana).

Ah! Mio zio non arriverà mai a capire come la Carmen sia più divertente del codice di procedura penale!

Devo portare il paltò pesante o il paltò leggero? Dove diavolo (apre l’armadio) ho cacciato il paltò turchino.... era qui.... che me l’abbia preso la stiratrice? ah, no! adesso mi ricordo. Povero paltò!

Lassù, lassù, sulla montagna!
ovverossia monte di pietà!...
lassù. lassù....

Speriamo in Dio che non faccia freddo e che mi basti questo paltò grigio e leggiero. In vagone m’avvilupperò ben bene nella coperta da viaggio.

Ricapitoliamo. Ho messo dentro tutto? ho dimenticato nulla? che non mi succeda come l’altra volta.... dovevo accompagnare mio zio a Bologna. Vado alla stazione: conto i bauli, le valigie, i fagotti.... c’era tutto, eppure sentivo che mi mancava qualche cosa.... Perdinci! avevo scordato a casa lo zio.... (Chiude il baule).