che nutriva per la musica una passione tanto violenta quanto poco corrisposta, e non distingueva facilmente un soprano da un corno, aveva ideato di applicare alla Divina Commedia le più divine armonie del nostro patrimonio lirico. Essendo quello il poema nazionale, gli pareva naturale che dovesse raccogliere tutta la musica italiana! Ebbene, quell’animale grazioso e benigno traeva da questa sua scoperta degli effetti curiosissimi. Un esempio: il Ruy Blas applicato al Conte Ugolino (cantando): «Tu dei saper ch’io fui il Conte Ugolino e questi è l’arcivescovo Ruggeri». A proposito, il povero Conte Ugolino, forse, non è stato condannato a quella tal miseranda fine come un qualunque contribuente italiano a causa della sua voce? Quanto a me, ho sempre sostenuto e sostengo che la voce, e non gli occhi, è lo specchio dell’anima; prova ne sia che ci sono le lacrime nella voce. Eppoi le attrici hanno tutte le voci (imitando la Duse). Una cosa sola è certa, che la voce è il carattere. Un celebre psichiatra lasciò scritto che dalla voce s’intuisce l’onestà della donna. E infatti io ho conosciuto