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124 | sul marciapiede di aragno |
baffi bianchi, una signora veneranda con una cuffietta di merletti, un giovanotto bruno e alto, e un capitano di cavalleria. Pareva un tribunale.
Io resto tutto lì impacciato, ma lei dice disinvolta, presentandomi:
— La mia mamma, il mio papà, i miei fratelli: lei ora conosce tutta la mia famiglia, che è ben lieta di accoglierlo, perchè manifesti le sue intenzioni a mio riguardo.
Si figuri lei come rimasi. Non poteva mica dire a un capitano di cavalleria: — Sa, io avevo l’intenzione di.... chiacchierare un po’ con sua sorella!
Che cosa abbia cianfrugliato, lì per lì, non saprei più riferirlo. Ricordo solo che parlavo ogni momento della mia posizione poco sicura: che ci voleva un po’ di tempo.... che avrei fatto certi passi....
Nespole! pensavo che di passo in passo, sarei arrivato Dio sa dove.... Eh! sì lei ha un bel dire: — prudenza. — Si sa, l’uomo è cacciatore. Il guaio è che spesso, casca lui nel paretaio. Fatto sta, che, sudando freddo e caldo, dopo circa un’ora di supplizio, trovai la via dell’uscio.