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fra un atto e l’altro 97

uno studio lungo, assiduo, che vale, credete, quanto un corso di università. Arrivati a questo, che è già cosa difficilissima, è anche necessario rendere cervello e nervi talmente sensibili a ogni commozione da potere, con un atto di volontà, trasformare interamente il nostro individuo fisico e morale, passare dal riso al pianto, dalla calma allo sdegno; per così dire, dal freddo glaciale al caldo vulcanico, dalle nevi all’incendio, come niente fosse. È una ginnastica terribile, è una scherma dello spirito, tutto a spese del sistema nervoso, della mente, del cuore, a spese di tutto ciò che costituisce l’esistenza ordinaria.

Perchè poi questo non è ancora che una parte del nostro lavoro. Non basta che sentiamo noi: l’essenziale è che facciamo sentire. Per cui è necessario che la forma esterna del nostro sentire parli, e ben chiaro, al sentimento di tutti coloro che ci vedono e sentono, per costringerli a provare quelle emozioni stesse che noi fingiamo di sentire. Così che, mettiamo, quando io devo ridere, io rido veramente, ma non rido mica per pia-