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non maritate si permette un filo di coralli senz’oro. Essendo in Cremona insorto l’abuso o licentia grande di far feste e balli dalle giovani da marito, cosa che non è solita usarsi nelle altre città d’Italia, si vieta ad esse d’andar in alcun tempo ove si balla, eccetto i tre ultimi giorni di carnovale.


Dè conviti o banchetti,
degli sponsali, battesimi, et funerali.


Si ordina che alcuna persona della città et distretto, come sopra, non presuma dar nei conviti anche di nozze od altra causa in modo alcuno nè pavoni, nè fasani, che si dichiarano prohibiti; di dare più d’una o due sorti di salvatico, e dandone una non possa dare quattro sorte de rosti domestici, e così più di tre sorte di lessi domestici, nè dar mangiar bianco, nè salsa reale, nè pasticci, nè lavori di pasta di sorta alcuna. Nei banchetti di carne si vietano vivande di pesce, d’ostreghe et altre cose di mare; in quelli di magro più d’una sorte di pesce de mare o de lago, lo storione ma non le ostreghe et pesci di mare, et anchora a dar più de quattro sorti di pesce d’aqua dolce a rosto e tre a lesso. Non si possi dare anchora più di due sorte de torta et una sola sorte dando tartara, nè più d’una sorta de confetti da principio, cioè marzapane o pignocata, ed alfine più di due sorta de confetti de zuccaro, non comprese la codognata, il torrone o la copetta prohibendo sempre ogni sorta de canditi. Nei conviti d’ogni sorta le vivande se diano semplici, cioè senz’ornamenti, come pitture, intagliature, bandirole et altre frascherie ritrovate dai Schalchi.

Si vieta ai sonatori d’andar a mattinare alle spose, se non invitati dalli sposi, et questi non possano invitarne più di tre capi per coppia e per sposo. Alli battezzi non si possa donare cosa alcuna per li compatri e le commatri; alla lor colazione non si dia più de due sorte do confetti de zuccaro proibendo i canditi e le paste de zuccaro. Infine non si possa fare, nè avere scuti, insegne, bandiere, pitture, nè attaccar arme de sorta nelle chiese