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Z
Z, ventiduesima lettera dell’alfabeto. Si pronuncia zeta, ed è di genere femminile; dal a al zeta, m. avv. dall’a alla zeta, dall’alfa all’omega da capo a fondo.
Ża, avr. già. tanto: — „Son già le quattro ?“ — „ Getta in mare l’esca, tanto pesci non se ne piglia più;“ za, no xe gnente no — modo di accennare altrui che il detto ond’egli si vanta non è agevole a farsi: si! è come farla alla zia, gnà.
Zacagnaco, agg. fànfano, insulso, zuccone.
Żafran, sm. bot. croco, zafferano — crocus sativus; tinger col zafran, o meter el zafran nel risoto, nel pan, ecc., zafferanare; che ga color de zafran, zafferanato; zafran salvadigo, colchico, zafferano bastardo, gruogo, zafferano saracinesco — colchicum autunnale; zalo come ’1 zafran, met. giallo come una carota, o come un rigogolo, o come lo zafferano.
Żaia, sf. zaglia; a zaie, m. avv.
a barche, a barrocciate, a misura di crusca, a cestoni, da abbellirsi, da dare e da serbare, per il manico e per il mestolo, per le sette peste: — Sardelle a misura di crusca oggi.“ — Si tien su co’ suoi polli come se non sapesse che ve ne son per il manico e per il mestolo.“
Żalastro, agg. giallastro.
Żaledina, sf. gelatina.
Żalèto, sm. gialletto: — „Gialletti caldi gustosissimi si trovano dall’Urbanis“ agg. gialligno, giallogno, giallognolo, gialliccio, gialloso, gialluccio: — „Veste giallognola“ — „Un gialliccio sospettoso anzi che no.“
Żalo, agg. e sm. giallo; tender al zalo, gialleggiare: e quale astratto: giallezza: — „Giallezza proveniente da un travaso di bile.“ — „Con tutta la sua giallezza è sano come una lasca;“ zalo del ovo, torlo, tuorlo, rossume d’uovo (Cennini); de quei zali — napoleoni, zecchini, ecc.: giallume, oc-