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aurino, e poet. aureo; e met. d’oro, da essere scolpito in caratteri d’oro: — „Discorso d’oro.“ — „Ammonizioni d’essere scolpite in caratteri d’oro;“ che contien oro, aurifero; oro sechiti, e met. oro de zeca, oro di coppella, o di ducato, — oro di ventiquattro carati, che i latini dicevano: aurum putum; oro basso, oro bianco; oro de duca, o oro de quel che caga ’l moro, met. oro di Bologna, che diventa rosso dalla vergogna, — similoro; fìl de oro — ad uso di ricamare: canutiglia; copa de oro, met. fior di galantuomo, uomo onesto ed eccellente; esser tanto oro, met. essere oro rotto, — d’oro in oro, — eccellente, propizio; a peso de oro, m. avv. a peso d’oro, — profumato, salato; giusto corno Voro, m. avv. appuntino, — per l’appunto, — che non ci scatta un ette; no far qualcossa per tutto l’oro del mondo, m. iperbolico: non fare quella tal cosa neanche a ricoprire d’oro, o neanche per tutto l’oro del mondo; no esserghe oro che paghi — chi, o che che sia: non aver pago colui, o quella tal cosa; valer tanto oro, e come intensivo: valer tanto oro quanto che un pesa, essere un oro, o essere un oro colato, — valere tant’oro, — valere tant’oro quanto e’ pesa, — valere un Perù, — essere adàttatissimo, essere molto a proposito, -— avere grande abilità; no xe tuto oro quel che lusi, prov. non è tutto oro quello che riluce, — non sempre si riconosce l’acceggia al becco lungo, — tutto il bianco non è farina, — ogni lucciola non è fuoco, — tutto il rosso non son ciliege; clave de oro verzi ogni porta, v. ciave; l’oro bon no ciapa macia, v. macia; man che vai tanto oro, v. man; l’onor no cce oro che lo paghi, v. onor.
Oror, sm. orrore, raccapriccio; met. abominazione, abominio, obbrobrio, vituperio, vitupero; esser un oror, met. essere un orrore — e dicesi tanto di persona bruttissima e sozza, quanto d’opera deforme e difettosa.
Orpo, inter. lo stesso che orca e orco.
Orsazo, sm. orsaccio
Orso, sm. zi. orso bruno — ursus arctos; orso bianco, orso bianco, o polare — ursus mariiimus; orso giovine, orsacchino, orsacchio, orsacchiotto, orsaccio, orsatto, orsetto, orsicello; met. scontroso, scorzone: — „Scorzone indiavolato che non lascia neanche a dire la propria ragione;“ zigar come un orso, met. stiacciare come un picchio; no vender la pele del’orso prima che no se lo ga mazà, prov., non vendere la pelle dell’orso prima che sia morto.
Ortalie, sfp. ortaglie.
Ortazo, sm. ortaccio.
Ortiga, sf. bot. ortica comune, o ortica piccola — urtica urens; della specie delle ortiche: orticaceo; luogo pieno d’ortiche: orticaio, orticheto — voci queste che toscanamente si usano anche in senso figurativo.
Ortigaia, sf. chir. orticaria.
Ortisel, sm. orticciuolo, orticello, ortino; e come vilifìcativo: orticellaccio: — „ Orti celiacelo tutto piena d’erbacce.“
Orto, sm. orto; de orto, ortense: — „Frutti ortensi.“ — „Pesca ortense;“ teren coltiva a orto, terreno ortato, o terreno ortivo; giardin e orto insieme,’-verziere-, no esser la strada del orto, met. non esser la via dell’orto.
Ortolan, sm. ortolano; zi. ortolano — emberiza hortulana; re ortolan, zi. ortolano cantore — emberiza mélanocephala.
Orzada, sf. barrocchiata, bastonata, carpiccio, •picchiatura, rifrusto, zombata, zombatura.
Orzar, va, mar. orzare, — andare a orza.
Orzar, va. barrocchiare, bastonare, percuotere, zombare, — dar le frutta.
Orzo, sm. boi. orzo — hordeum vulgare; de orzo, orzato: — „ Alimenti orzati.“ — „Tè orzato;“ orzo del diavolo, bot. loglio zucco, zizzania — lolium temulentum; orzo vestì, orzo loppato; orzo tedesco — è una varietà dell’orzo; orzo dopo che xe fato la bira, fondiglia; orzo nei oci, orzaiuolo