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— smusieata; quel che brama l’orbo, met. invitar l’orso alle pere, l’uccello al grano, il ghiotto al tagliere — e simili; lo vedaria anca i orbi, met. anche un cieco se n’avvedrebbe, — se n’avvedrebbe Cimabue che conosceva l’ortica al tasto, o Cimabue che aveva gli occhiali di panno; no aver un soldo per far cantar V orbo, met. esser abbruciato di denari, — non ne aver un che dica due, — non n’aver un da far cantare un cieco; in paese de orbi beato chi ga un odo solo, prov. in paese di ciechi beato chi ha un occhio solo, — in terra di ciecchi il guercio è re, che si dice anche con modo latino: beati monocoli tn terra caecorum; senza bezi l’orbo no canta, v,. bezi.
Orca, orco, inter. affé, affogaggine, capperi, cappiterina, caspita, caspiterina, cocuzze, cospetto, cospettonaccio, cusoffiole, perdinci; orco tron, è intensivo di orca, o di orco, e orco è anche aferesi di porco.
Ordegno, sm. ordegno, ordigno, ordingo, utensile.
Ordinada, sf. ordinazione.
Ordinado, agg. ordinato; moderato regolato; prefisso, stabilito
Ordinar, va. ordinare; disporre, preparare; imporre, commettere; decretare.
Ordinariazo, sm. ordinariaccio.
Ordinario, agg. croio, dozzinale, grossolano, ordinario, rozzo, rude; omo ordinario, allobrogo; per l’ordinario, m. avv. comunemente, d’ordinario, ordinariamente, per ordinario.
Ordinazion, s/. ordinazione; commissione; prescrizione.
Ordine, sm. ordine; disposizione, modo, regola; con ordine, ordinatamente; meter in ordine, mettere, o porre in ordine, — ordinare; méterse -un poco in ordine--lo dicono per lo più le donne: farsi un po’ di lisciatura: — „Presto saran qui gli sposi, vo a farmi un po’ di lisciatura; ’ de primo, de secondo, de terzo ordine, di primo ordine, di secondo ordine, ecc.; tn tuto ordine, in tutto punto, e met. a mo’ e a via, — come va, — di santa ragione: — „Grli dieder de’ garantoli a mo’ e a via.“ — „Ceffoni di santa ragione;“ de un disordine nassi un ordine, v. disordine.
Ordir, vn. macchinare, ordire, tramare.
Orecia, sf. orecchia — pi. le orecchia, le orecchie e gli orecchi; met. padiglione dell’orecchio; udito; de orecm, auricolare, auriculare; che ga grande orecie, orecchiuto: — -Gli asini, a cagion d’esempio, sono orecchiuti;“ orecia del cor, chir. auricola; infiamazion de le orecie, chir. otite; tirar le orecie, met. Orecchiare, — appuntare, o tendere gli orecchi: — „Si parlava di lei, e se appuntava gli orecchi bisogna compatirla;“ ammonire, riprendere, tirare gli orecchi: — r Tirate gli orecchi a quel bimbo,, se no finirà eh’ ei li tirerà a voi;“ star co le orecie impirade, met, stare a orecchi levati; stroparse le orecie — per non udire, o far vista di non udire.: impeciarsi gli orecchi: — „La signora Francesca, quando le si parla d’amore, s’impecia gli orecchi che è un ridere;“ no sentir de quel orecia, met. non sentire, o non udire da quell’orecchia: — „ Danaro ? e’ non ci sente da quell’-orecchia;“ no sento de sta recia — frase assoluta, usata per non rispondere a proposito ad una proposta che non ci piace: Albanese messere, sto co’ frati, — sto co’ frati e zappo l’orto, — tagliaronsi di maggio; meter un pulise, o meter una mosca in una orecia, met. mettere una pulce, o mettere un calabrone in un orecchio, — mettere un cocomero in corpo; orecia del ago, v. ago; el bosco no ga oci ne rece ma el vedi e ’l senti, v. bosco; cantar le rece, v. cantar; far le rece de mercante, v. mercante.
Oreciaza, sf. orecchiaccio, orecchione, e come vilifìcativo: orecchiagnolo. ,
Orecio, sm. orecchio: — „Ha un orecchio che non gli sfugge un semituono;- chi che canta, o sona a orecio, orecchiante; orecio de S. Piero, zi. specie di mollusco: haliotis tuberculata.