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LAV | - 227 — | LEO |
medicamento, veleno — e simili: produrre il suo effetto; di male: esercitare la sua azione; lavorar a contrato, lavorare a cottimo; lavorar in scondon, o lavorar soto man via, met. lavorare sott’acqua; — la ter a, coltivare i terreni; — per proprio conto, lavorare sopra di sè; lavorar per i altri — s’usa a significar d’aver fatto un lavoro, un riesci, e simili, senza utile nè scapito: levarla del pari; lavorar de testa, met. aguzzare i suoi ferruzzi, — beccarsi, o stillarsi il cervello; lavorar de sehena, met. mettercisi coli’arco del dosso; lavorar tanfo per passar el tempo, lavoracchiare, uccellare per vaghezza; lavorar poco e a stento, lavorucchiare; — „Lavorucchia quanto può. Poveretto è tisico spolpo;“ chi xe longo nel magnar xe anca longo nel lavorar, prov. chi è lungo a mangiare è lungo anche nel lavorare; chi se vergogna de lavorar che se vergogni de magnar, prov. chi si vergogna di lavorare abbia vergogna di mangiare; chi lavora ga una camisa e chi no ghe ne ga do, v. camisa; far e disfar xe tuto un lavorar, v. far.
Lavorazo, sm. lavoraccio; lavorone.
Lavoreto, sm. lavoretto: — „Un lavoretto di pochi soldi;“lavorino: — „Gr ariosissimi lavorini intarsiati; „ lavorucciaccio: — „Lavorucciaccio da vero lattonzolo;“ lavoruccio: — ,Ha scritto alcuni lavorucci scipiti.“
Lavra, sf. scaglia. Lavrazo, sm. labbraccio.
Lavreto, sm. labbriccino, labbricciuolo, labbruccio, labbruzzo — pi. le labbricciuole.
Lavro, sm. labbro, labro — pi. i labbri e le labbra, e poet. le labbia; appartenente alle labbra: labbiale; aver i lavri sciopai — per febbre, per freddo: aver le labbra screpolate, o aver le setole alle labbra; aver come un taio nel lavro, aver il labbro leporino, o leprino; a fior de lavri, m. avv. a fior di labbra.
Lavron, sm. labbrone.
Lazaron, sm. lazzarone; met. sciammanato, sudicio.
Lazeto, zm. laccetto, lacciolo, lacciuolo.
Lazo, sm. calappio, laccio; laccio con cui si prendono i cavalli nelle steppe: lacciaia; tenditori di lacci: lacciaiuolo: — „L’amico Malusa odia i lacciaiuoli con tutt’il core.“
Leàl, agg. integro, intègro, leale, schietto, sincero, — che aborre da ogni finzione.
Leandro, sm. bot. lo stesso che oleandro.
Lecada, sf. leccata.
Lecadura, sf. leccatura.
Lecar, va. leccare; met. adulare, dar la soia, piaggiare, soiare, ugnere gli stivali; lecarse, vnp. acconciarsi, attilarsi, azzimarsi, leccarsi, strebbiarsi; lecarse i dedi, met. essere gala: — „Sarebbe gala se tu giugnessi a rimetterti nel tuo; “ leccarsi le dita, o leccarsi i baffi: — , Cibo da leccarsene le dita4 — lecar la mescola, met. intingere in che si sia, — pizzicare di quella tal cosa; lecar el cui, v. cui.
Lecheto, sm. allettamento, attrattiva, gusto, piacere; ciapar el lecheto, pigliar diletto, o vaghezza; dar el lecheto, dar pasto; dar spago.
Ledamada, sf. concimazione; concimatura.
Ledamar, va. alletamare, concimare, letamare, stabbiare; sm. concimatura, concimazione.
Ledame, sm. concime, fime, fimo, ingrasso;. letame; guano: — concimi sono prodotti nostrali; il guano ci viene dal Perù. ’
Ledamer, sm. concimacia, letamaio; esser o parer un ledamer, met. essere, o parere un letamaio: — „ Quartiere sudicio eh’è un letamaio,
Legai, agg. legale, di legge, concernente le leggi, — che appartiene a giureconsulto; sm. dottor di legge, giurisperito, legale.
Legalizar, va. autenticare, legalizzare.
Legalizazion, sf. autenticazione, legalizzazione.
Lege, sf. giurisprudenza; legge; benigna interpretazione che talvolta si dà alla legge: epichèia; esser de