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evidente, pàtere — verbo usato dal Barberino nella sola voce del presente . indicativo: paté: far ciaro, far giorno, — sorger l’aurora, o il dì; affinare il tempo; far chiaro, o luce, o lume; met. rilucere; no vederghe ciaro, met. non veder l’acqua chiara; dir ciaro e tondo, o dirle dare e tonde, dire, o cantare a chiare note, — dir chiaro e tondo, — dir tondo tondo; de ciaro, rado, rade volte raramente; f ra el ciaro e ’l scuro, fra il lusco e il brusco: — „Fra il lusco e il brusco mi sembrò una volpe, ed era una lepre.“
Ciaroscuro, sm. chiaroscuro — pl:. chiariscuri, chiaroscuri; veder tra ’l ciaroscuro, vedere abbagliatamente, o a barlume, — vedere al buiccio.
Ciassada, sf. bagordo; chiassata, festoccia, gargagliata.
Ciassar, va, chiassare, far chiasso, o fare gargagliata.
Ciasso, sm. bordello^ chiasso, . confusione, fracasso, romore, trambusto; far ciasso, alzar grido, — far chiasso; far canzone, — mettere in canzone, o in novella; far bella mostra, far belluria; far un ciasso, o un de quei ciasssi, fare una chiassata, o una gargagliata.
Ciasson, sm. chiassone.
Ciassoso, agg. romoroso, sollazzevole: — „ Individuo sollazzevole;“ affazzonato: — „ Vesti affazzonate.“
Ciavaza, sf. chiavaccia.
Ciave, sf. chiave; met. propugnacolo: — „Pola, per la via di mare, è il propugnacolo di Trieste; chi che fa ciave, chiavaio, chiavaiuolo, chiavaro; ciave falsa, chiave adulterina, o falsa; — mascia, chiave maschia; — femina, chiave femmina; — de la sega, licciaiuola; serar co la ciave, chiavare, — chiudere a chiave; tignir soto ciave, chiudere, o tener chiuso a quattro, o a sette chiavi, — tenere sotto chiave; sbater le ciave, schiavacciare: — Quand’è quell’ora, comincia il sagrestano a schiavacciare per segno che voi chiudere;“ star in ciave, stare in decretis; trovar la ciave, met. trovare il bandolo, o la chiave; ciave de oro verzi ogni porta, prov. colle chiavi d’oro s’apre ogni porta, — i chiavistelli s’ungono coll’oro; buso della ciace, e scapolarla per el buso della ciave, v. buso
Ciaveta, sf. chiavetta, chiavicina, chiavicino;’ ciaveta de orloio, chiavina; mandar a far ciavete de orlai, met. mandare a quel paese — ed è modo onesto in sostituzione d’altro meno cortese; Giavona, sf. chiavona.
Cibato, agg. alticcio, beuto, bevuto, brillo, còtticcio.
Cica, sf. cicca; met. livore, rabbia, rovello, stizza; cìù che va torno ingrumar ciche., ciccaiuolo.
Cicar, vn. arrapinarsi, arrovellarsi, stizzirsi; va. masticare tabacco.
Cicara, cichera, sf. chicchera, ciccherà; met.. pitale, vaso da notte; meterse in cicara, met. allindirsi, assettarsi, mettersi in fronzoli, od’in gala.’ - Cicaron, sm. chiccherone.
Cichereta, sf. chiccheretta.
Cicia, sf. eiccia; far cicia, m. bambinesco: essere, mettersi, o stare a cecce, o a ciccia; met. non trovare un cane che l’abbai: — „Cow tufi i su vintimile fiorini de dota ghe toca far cicia. = Con * tutti. i suoi ventimila fiorini di dote non trova un cane che l’abbai.“
Ciciaria, sf. cieceria.
Cicin, agg. piccolo, piccolino; sin, nonnulla, zinzino.
Ciclame, sm. bot. ciclame, ciclamino, pan porcino.
a)avv.acappello, appuntino, esattamente, perfettamente; a mala pena, appena, appena appena.
Cicolata, ciculata, sf cioccolata, cioccolate, cioccolato, cioccolatte; Giocolata sul late, bavarese;. libreto de Giocolata, boglio, — tavoletta di cioccolata.
Cicolater, snì. ciocolatiere, cioccolattiere.
Cicolatin, sm. cioccolatino, pasticca, o pastiglia di cioccolata; ciocolatin ne la camisa, frittella.
Cimberli (esser in) m. avv. essere in cimberli, o in pernecche, — essere alticcio, brillo, cotticcico, cotticcio, luschero. -
Cin, v. usata nella frase: ol, o