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disparve, e che Cibele la trasportò nel Cielo per salvarla dagl’insulti del vincitore.

Criniso, principe Trojano, che viveva al tempo di Laomedonte. Questo re impiegò Nettuno ed Apollo a rialzare le mura di Troja, e poichè l’opra fu compita, ricusò dar loro la promessa mercede. Nettuno, per vendicarsi, suscitò un mostro, che desolava la Frigia, e che bisognava appagare, allorchè presentavasi, con dargli in cibo una donzella del paese. Facevansi a tal’uopo radunare tutte le giovinette vergini, ed estraevasi a sorte il nome di quella, che doveva destinarsi ad esserne la preda ed il pasto. La figlia di Criniso era anche ella in età di esporsi alla sorte, ma questi stimò meglio, metterla in una barca, ed abbandonarla alle onde che esporla insieme con le altre. Scorso il tempo del passaggio del mostro, Criniso andò cercando sua figlia, ed approdò nella Sicilia. Dopo molte ricerche, non avendo potuto ritrovarla, pianse tanto finchè fu trasformato in un fiume. Gli Dei, per rimeritare la sua tenerezza, gli concessero di potersi trasformare in qualunque guisa. Spesso profittò di tal vantaggio, per sorprendere le ninfe. Combattè contro Acheloo per la ninfa Egesta, che egli sposò, e n’ebbe Aceste.

Criseide, altramente detta Astinoma, figlia di Criseo gran-sacerdote di Apollo. Achille l’avea presa nel saccheggio dato alla citta di Lirnessa, o secondo altri, di Tebe in Cilicia; ma nella distribuzione del bottino cadde in potere di Agamennone. Criseo vestito degli abiti Sacerdotali, venne a chieder sua figlia, ma gli fu diniegata. All’istante la peste si manifestò nel campo dei