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Buona-Dea, la madre degli dei, come quella ch’è madre di Giove, di Giunone, di Nettuno, e della maggior parte degli Dei del primo ordine. Sua madre la espose, appena nata, in una foresta, ove alcune bestie selvagge presero cura di lei e la nutrirono. Il suo culto divenne celebre nella Frigia, donde passò in Creta, in Pergamo, e di là in Roma. I suoi misteri, come quelli di Bacco, erano celebrati allo strepito confuso di timballi, di clarinetti e di cembali. I sagrificatori spingevano degli urli terribili, e facevano delle contorsioni spaventevoli. Le si offeriva una troja a riguardo della sua fertilità, un toro, o una capra. Il busso ed il pino erano a lei consagrati. I suoi sacerdoti erano i Cabiri, i Coribanti, i Cureti, i Dattili Idei, i Galli, i Telchini, che tutti osservavano il celibato. È rappresentata come una donna robusta, che tiene un disco ed una chiave in mano, e sostiene una torre sulla testa; è ammantata di una veste sparsa di fiori, e circondata sempre da bestie selvagge; talora è assisa sopra un carro tirato da quattro lioni. La sua corona di quercia fa risovvenire che gli uomini nutrironsi un tempo del frutto di quest’albero. La torre e i merli, ond’è adornata la sua testa, significano le città che sono sotto la sua protezione. La chiave, che tiene in mano, dinota i tesori nascosti nel seno della Terra. Il carro, che la porta, significa la Terra equilibrata nell’aria dal suo proprio peso; ed è sostenuto da ruote, perchè la terra viene trasportata da un movimento circolare. È tirato da lioni, per significare che non vi è ferocia che non sia mansuefatta dalla tenerezza materna; o piuttosto, che non vi è suolo, comunque sterile, che non rendasi fecondo dalla industria. Le sue vesti di color vario,