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Centauro figlio di Apollo e da alcune cavalle di Magnesia. Erano armati di clave, e maneggiavano destramente l’arco. Ecco ciò che ha dato motivo alla favola de’ Centauri. Divenuti furiosi tutt’i buoi o tori di un intero armento sul monte Pelia in Tessaglia, devastavano tutto il paese all’intorno. Taluni giovani, che avevano domati alcuni cavalli, assunsero l’impegno di liberar la montagna da quegli animali, che la infestavano; e vi riuscirono per mezzo de’ loro cavalli. Resi insolenti per questo successo, insultarono i Lapiti, popolo di Tessaglia, e poiché ritiravansi con una somma celerità, dopo aver lanciati i loro dardi, nel vedersi da lontano, vennero creduti meta-uomini e meta-cavalli. Ercole, Teseo e Piritoo ne uccisero un gran numero, ed obbligarono il rimanente ad abbandonare il paese. Altri credono che fossero periti nel combattimento contro i Lapiti; ciò che disturbò le nozze di Piritoo con Ippodamia; e finalmente sotto i colpi di Ercole che gli sterminò. Vi eran pure i Centaurelli, siccome rilevasi dagli scritti di Filostrato e dì Luciano; e dalle opere degli antichi artefici, come sono i bassi- rilievi e le pietre incise.
Cerbero, cane a tre teste, nato dal gigante Tifone e dal mostro Echidna. Il suo collo era arricciato da serpenti, invece di peli. I suoi denti neri e taglienti penetravano sino al midollo delle ossa, e cagionavano un dolor così vivo che chiunque ne fosse morsicato, moriva all’istante. Giaceva in un antro sulla riva dello Stige, attaccato da ritorte di serpenti, intento a custodire la porta dell’Inferno e del palazzo di Plutone; accarezzava le ombre ch’entravano, e minacciava co’ suoi