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insanguinate offrissero su gli altari degli Dei biade, fiori e frutta. Diede loro varie leggi, la prima delle quali fu quella del matrimonio. Fece la dinumerazione de’ suoi nuovi sudditi, che trovaronsi al numero di ventimila. Morì dopo un regno di cinquanta anni: lasciò tre figlie Aglauro, Erse e Pandrosa. Il suo successore nel regno fu un Ateniese nominato Crana o Cranao. Nota 38.

Cefalo, figlio di Mercurio e di Erse; o secondo altri, di Eolo, e marito di Procri. L’Aurora, invaghita della di lui bellezza, lo rapì; ma inutilmente. Questa Dea, oltraggiata per tal rifiuto, minacciò di vendicarsene. Non potendo ottenere il suo intento, lo lasciò finalmente in libertà di ritornare presso sua moglie, ch’egli amava con trasporto. Cefalo volendo far pruova della fedeltà di Procri, s’introdusse piò volte in casa di lei sotto varie forme. Travestitosi un giorno da mercante, le offrì così ricchi doni ch’era già sul punto di arrendersi alle di lui sollecitazioni. Cefalo, ripigliando allora la sua forma naturale, si scoprì, e le rimproverò la di lei debolezza. Procri confusa, abbandonò suo marito, e si ritirò nei boschi. La sua assenza riaccese l’amore di Cefalo, il quale andò cercandola, si riconciliò con lei, e n’ebbe in dono un cane, ch’erale stato rigalato da Minosse ed un giavellotto, che mai non falliva il colpo, e che ritornava insanguinato nella mano dond’era stato scoccato. Questi donativi, funesti di poi per amendue, non fecero che accrescere la passione di Cefalo per la caccia. Proeri, malcontenta di averlo quasi sempre lontano, ed inquieta per la gelosia, temendo che non fosse innammorato di qualche ninfe, de’