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te, come per una pruova di amore, ch’egli venisse a visitarla in tutta l’ampiezza della stia gloria. Semele allora era incinta. La vanità la determinò a dimandare ciò che doveva cagionar la sua morte. Giovo condiscendendo alle replicate istanze della sua favorita, comparve nel di lei palazzo in mezzo ai fulmini ed ai baleni. All’istante s’incendiò il palazzo, e Semele, vittima della propria imprudenza, perì in mezzo alle fiamme. Giove, per salvar Bacco, di cui ella era gravida, lo pose dentro la sua propria coscia, ove le tenne sino al tempo della sua nascita. Giunto il momento del parto, fu affidato ad Ino, sua zia che n’ebbe cura, mediante l’ajuto delle Iadi, delle Ninfe e delle Ore, finchè giunse in età suscettibile della educazione delle Muse e di Sileno. Divenuto grande, conquistò le Indie alla testa di un’armata composta di uomini e di donne, portando, invece di armi, de’ tirsi e de’ tamburi. Andò in Egitto, ove insegnò l’agricoltura, piantò la vigna e fu adorato come il Dio del vino. Punì severamente tutti coloro che vollero opporsi allo stabilimento del suo culto. Trionfò di tutt’i suoi cimici e di tutt’i pericoli, ai quali la persecuzione di Giunone esponevalo continuamente; poichè lo sdegno di questa Dea non si limitava soltanto contro le favorite di Giove, ma ricadeva benanco sopra i figliuoli che ne nascevano. Bacco trasformossi in lione per divorare i giganti, che scalavano il Cielo, e fu considerato, dopo Giove, come il più potente di tutti gli Dei.

Viene alle volte rappresentato colla testa coverta di corna, perchè ne’ suoi viaggi erasi sempre ammantato di una pelle di becco, animale che gli si offriva in sagrifizio; assiso ora sopra una, botte, ora sopra un car-