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te, fu riconosciuto per un eroe dagli abitanti di Orcomene, i quali eressero de’ monumenti in suo onore.

Augia, re di Elide, e figlio del Sole. Aveva delle stalle, che contenevano tre mila buoi e che non erano state nettate da trent’anni. Avendo avuto notizia dell’arrivo di Ercole ne’ suoi stati, l’impegnò a nettargliele promettendogli la decima parte del suo bestiame. L’eroe accettò l’incarico, e sviando il corso del fiume Alfeo, lo fece passare attraverso le stalle di Augia. Portato via il letame, e l’aria quindi purificata, Ercole si presentò per ricevere il premio del suo travaglio. Augia esitando, e non osando apertamente niegarlo, rimise l’affare al giudizio di suo figlio Fileo. Questi avendo deciso in favore di Ercole, il perfido genitore lo discacciò dalla sua presenza, e l’obbligò a rifugiarsi nella isola di Dulichio. Ercole irritato da siffatto modo di procedere, saccheggiò la città di Elide, uccise Augia, richiamò Fileo dal suo esilio, e lo pose sul trono di suo padre.

Augurio, specie di divinazione, che facevasi con osservare il volo ed il canto degli uccelli, la maniera com’essi mangiavano, e le meteore e i fenomeni che apparivano nel Cielo. Quest’arte riconosce la sua origine da’ Caldei. Il Collegio degli Auguri a Roma fu dapprima composto di tre, indi di quattro, e finalmente di nove Auguri; quattro de’ quali eran patrizj e cinque plebei. Erano essi in una gran considerazione. Non intraprendevasi alcun affare d’importanza senza prima consultare il loro parere. Di tutte le meteore, che servivano a prender l’augurio, le più sicure erano il