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Tenedo, di Glaros, e di Paterà o Paterea città nella Licia. Il suo più superbo tempio ed il più famoso fu quello di Delfo.
Leucotoe, Dafne, Clizia ed una infinita di altre ninfe furono gli oggetti de’ suoi trasporti amorosi. Il gallo, lo sparviere e l’ulivo gli erano consagrati, perchè gli uomini e le donne da lui amate, erano state trasformate in queste specie.
Vien’egli rappresentato come un giovane e senza barba; perchè il sole, ch’è da lui guidato, non invecchia e non infievolisce giammai. Tiene in mano una lira, ed accanto a lui alcuni strumenti di arti, e va sopra un carro tirato da quattro cavalli percorrendo il Zodiaco.
Il più celebre monumento, che ci è rimasto dell’antichita, è il famoso Apollo di Belvedere. Questa è la più perfetta delle statue antiche scappate dal furore de’ barbari, e dalla mano struggitrice del tempo. Dopo le ultime conquiste de’ Francesi in Italia, è stata trasferita nel Museo di Parigi. Fig. 8.
Apoteosi cerimonie che i Romani praticavamo per collocare i loro imperatori nel numero degli dei. Erodiano le riferisce esattamente. Mettevasi una immagina di cera rassomigliante il defonto imperatore in un letto di avorio nel mezzo della gran sala del palazzo. Tutta la corte in aria di duolo stava intorno al letto. Chiunque volesse, poteva entrarvi. I medici lo visitavano come se fosse ammalato, e fatta la visita, volgevansi ai mesti circostanti, loro dicendo che l’ammalato peggiorava. Dopo sette giorni portavasi il letto nel campo marzio. Due cori, uno di giovanetti, el’altro di dame distinte