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male, allorquando perseguitata da Giove insieme con gli altri Dei, fu costretto salvarsi in Egitto. Il bove, che lo rappresentava, doveva esser tutto nero con un marco bianco e quadrato sulla fronte; doveva aver sul dorso la figura di un’aquila; i peli della coda doppj ed un marco bianco sul fianco destro, somigliante la mezza luna; finalmente richiedevasi che la giovenca, da cui era nato, doveva averlo concepito allo strepito di un tuono. Quando era ritrovato siffatto toro, veniva condotto a Memfi. I sacerdoti al suo arrivo andavano a riceverlo pompoamente, ed era quindi condotto nel tempio di Osiride, ov’erano destinate per lui due superbe stalle. Allorquando conducevasi a passeggiare per la città, veniva scortato da molti uffiziali, che allontanavano la folla, ed era preceduto da fanciulli, che cantavano degl’inni in sua lode. Quando moriva, se ne imbalsamava il cadavere, e gli sì facevano magnifici funerali. Il popolo lo piangeva, e lamentavasi, come se fosse morto lo stesso Osiride. Tutto l’Egitto era allora in un gran duolo, fintantoché non si provvedeva di un successore. Allora risorgeva l’allegrezza, come se fosse risuscitato lo stesso principe, e la festa durava sette giorni. Nota 17
Apollo, o Apolline, figlio di Giove e di Latona, e fratello di Diana. Nel cielo chiamasi Febo, perchè egli guidava il carro del Sole tirato da quattro cavalli, ed Apollo sopra la terra. Era riguardato come il Dio della poesia, della eloquenza, della medicina, della musica e delle arti. Presedeva alle nove muse, ed abitava insieme con esse ne’ monti Parnasso, Elicona, Picrio, nelle sponde dell’Ippocrene e del Permesso. Ec-