Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- 9* '
torno i propriamente chiamata Titea, eoli' altra figlia \
dello stesso Saturno, e di Rea 9 propriamente delti la Testa verone f dea del fuoco, o pure simbolo òeL fuo- co n.edesimo. Conviene alla prima la fecondimi della Tetra t suscettiva di semi $ conviene ali 1 altra la natura dei fuoco, e qoindi soggiunge.
Jurw igitur virgo est, qume semita nuli* rcimttU ffec capU ci eomites rirginitatU amai.
ie3 Pestali. La conservasi one del fuoco saero era in uso presso i più antiehi popoli della Terra - Presso gli Ebrei un sacerdote aveva la cura ni conservarlo, rimet- tendovi ogni matina nuove legna, affiachè non mancai* se mai sull'altare (a). In Delfo e in Atene, questi* cu- ra era' affidata a donne vedove, e se mai si fosse eatin* to, dovevasi trarlo dalla pura fiamma del sole mercè 1' applicazione di alcuni strumenti < Plutarco (b\ indica tali strumenti, ed il modo da usarne. Oli Ateniesi eoo^rva- vano il fuoco sacro in una lucerna capace di ricevere Unt* olio, che bastasse a mantenre il lume sino allo starno gior- no dell* Anno seguente (<5) «
104 Vulcani). 11 Vulcano de' Greci credW che sia una copia del Tubaltaln figlio di Lamech, inventore dell'arte di lavorare alla fucina o di battere il ferro e la rame mal* teator, dice la seritttìra et fabef in curteta operìi aeris et ferri (d). Vi e qualche analogia tra questi due nomi.
Volendosi attaccare a questa favola Una spiegazione fi* sica, devesi credere che Vulcano dinota il calorico sparsa in tutta la natura, e che, date alcune cagioni, produce il fulmine, cjie dalParia precipita sopra la Terra.
(a) Jbevit. cap. 6. (b) In Num Pomp.
(c) Tlut. ihid) Alex ah Alex. Géa. DUr Ut. V cap* 12-. (dj Gtn. cap. 4
Il FINE*