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^€ Tartare. Orfeo f ch'era il teologo éd insième il legislatore de* Greca del tuo tempo, come lo furono tutti i aprimi legislatori di nazioni barare, ài suo ritòrco da JE sfitto, gittà i primi fondamenti di questo- ctrihife, ma utilissimo dogma. Probabilmente egli ne attinse la i<l^at nel.costume degli Egizii, i quaji giudicavano delle stamani degli nomini dopo la morte, privando di aepol» cuTe «olerò, la di cui vita non Ione stata dogoa della ^pubblica approvazione f ? e> poiché i giudici radunavano

    • 1 -di la di un lago*,, del quale era il famoso la*

2>irinto, ove chi^fts1fe1|& yottlj latrato ^ V<>« poteva più «uscirne -, «e óV-era destinato alla %epol|urà de 1 re, a «wdrire i «cédeodrilli «ieri; «eco la caliere bea ^munita t i «nostri tormentatori delle anime de' malvagi; Acéo lo Stige e la dimora sperpètua 5 m *. sedet aeternumgue sedebÉt

Inft li x Thescus... v Fìrg. lib. - Omero nella sua Iliade ed Esiodo (a), han detto ch% il Tartaro -è disunte dalla -superficie -della terra quanto la -terrà <è distante dal «ielo; ami Esiodo *roy& etiche il mezzo, -come -poterséne lare lo scandaglio r ove ti pittasse dall' alto del firmamento una incùdine di ferro 9 «Jie, siccome egli asskura, giungerebbe appena dopo ^ieci giorni *ella «apeaficie del globo.

JFerrea nam Coelo si incus mittetar ab alto 7 Vìx poterti decima ferrata coritingere luce * Virgilio (b) saette nel printo de' lette recinti del Tar- taro le anime de* ba&bini * x Continuo auditae voce* t vagitus si ingens 9 ]nfantumqu# aniauu fleote$ in limine prima

(*) Op. et diti <ty jBnad. lib.cif