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- ahe Satnruo e Rea erano nati dall' Oceano e da Teti;
«d ecco raffigurato con ciò Noè e la sua famiglia eh' e* mersero dalle acque del diluvio. Tutto ciò non dee re» -car maraviglia, giacché come si è détto altrove, i Gre- ci attribuivano a loro eroi e dei eie che per tradizione sapevano di appartenere ad eroi di nazioni più antiche.
Secondo Cicerone (a), i Greci nella favola di Saturno mutilato da Giove, hanno voluto dimostrare, che V E- tere, generante tutto da se stesso, manca di quel mez- zo eh' è necessario agli animali per la generazione. Es- jr sotto questo nome dinotavano colui che preserva al tempo, e «he né regola le dimensioni: fu detto eh* egli divorasse, allusivamente al tempo, che genera, consuma, e riproduce tftto quod saturetur annis. Giove lo^ha in- catenato-, cioè l'autore dell'universo ha assoggettatoli ^empo al corso degli astri che ne -tono i regolatori.
Macrobio (b) dice che la falce di Saturno dinota di aVer egli insegnata l'agricoltura; ovvero che Crono, ossia il tempo, omnia metal, exsecei, et incidat.
Filone di Biblo cita un passo di Sonconiatone, che mo- $t;a ad evidenza il fondamento storico di questa favola, ì Re di Tiro, dic'egli, ne loro più grandi infortuni), ave- vano il costume di sagrificare i proprj figliuoli per placai re la pollerà degli Dei; e che uno di essi, che si segnalò più eli ogni altro in sì orribile superstizione, fu onorato come un Pio, «otto il nome della costellazione eh amata Saturno.* Vérisimilménté sii tal tradizione i Greci imma- ginarono.che il loro Saturno divorasse i proprj figliuoli «
(a) De naU deor. Uh. \\.
(b) Sàtum. lib. 7. et 8.