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aspetto maligno, armato di un arco e di un turcasso, pieno di frecce ardenti, simbolo del suo potere sopra i cuori; talvolta con una fiaccola accesa in mano; coronato di rose, emblema de’ piaceri deliziosi ch’egli procura a’ suoi seguaci; cieco talora, o con una benda su gli occhi, per dinotare che l’amore non vede i difetti dell’oggetto amato. Dipinto sempre con le ale, per indicare quanto sono fugaci i piaceri e la passione ch’egli inspira; queste ale sono di colore azzurro, di porpora e di oro. Rappresentasi altresì con un dito in sulla bocca, per significare che l’amore richiede circonspezione. Amore non è sempre un fanciullo, che scherza tralle braccia di sua madre: si osserva alle volte colla freschezza della gioventù: tale viene rappresentato l’amante di Psiche.

Una delle più ingegnose allegorie degli antichi è quella che rappresenta alcuni Amorini che volgono una pietra d’affilare. Un di essi, dopo aversi trafitte le braccia, saetta il suo sangue sulla pietra, mentre Cupido affila i dardi, il cui ferro scintilla. Questo è il soggetto di un bel quadro, che vedesi a Chantilly.

Il riso, gli scherzi, i piaceri di ogni specie accompagnano quasi sempre Amore sotto la forma di un fanciullo alato. Fig. 4

Anassarete, nobile donzella di Salamina, discendente della reale stirpe di Teucro, bella per quanto altiera. Ifi, giovanetto di bassa condizione, perdutamente di lei s’invaghì. Dopo averle invano palesato il suo amore, e tentato ogni mezzo onde ammollirla, vedendosi da lei disprezzato per disperazione si appiccò alla di lei porta. Anassaret, lungi di esserne addolorata, ebbe an-