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Amadriadi, ninfe de’ boschi, il cui destino dipendeva da certi alberi, coi quali nascevano e morivano; ciò che le distingueva dalle Driadi. Attaccavansi sopratutto alle querce. Potevano però talvolta distaccarsi dai loro alberi; poichè, secondo Omero, elleno scappavano talvolta per andare a sagrificare a Venere nelle grotte in unione de’ Satiri; e Seneca riferisce che abbandonavano i loro alberi per andare a sentire il canto di Orfeo. Riconoscenti per coloro, che li garentivano dalla morte, punivano severamente quelli, le cui mani sagrileghe osavano di atentare contro gli alberi dai quali dipendevano. Quindi le Amadriadi non erano immortali, ma la durata della loro vita prolungavasi, secondo i Mitologi, sino a nove o dieci mila anni; durata, che senza dubbio eccede quella di tutti gli alberi.

Amaltea, figlia di Melisso re di Creta, prese cura della infanzia di Giove, ch’ella nutrì di latte e di miele in un antro del monte Dictèo. Altri dicono che Amaltea è il nome della capra, che allattò Giove, e che in riconoscenza di questo buon uffizio, egli la collocò nel Cielo, insieme con li due suoi capretti, formando una costellazione, e diede uno delle di lui corna alle ninfe, che avevano avuto cura della di lui infanzia, assicurandole che, mercè lo stesso, avrebbero in abbondanza quanto desidererebbero. Questo è quello che i poeti han chiamato il corno dell’abbondanza. Nota 9.

Amazoni, donne guerriere della Cappodocia sulle sponde del fiume Termodonte. Non soffrivano affatto uomini nella loro società; ma per conservarla, recavansi in ciascun anno sui confini del loro territorio, per aver

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