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rito, la gioia «accedette al dotare, quindi si vociferò che Adone fosse risorto. Queste dolore, e questa gioja formarono il soggetto di una festa anniversaria, dovun- que si estese il culto di Adone. Luciano (a), che ci ha lasciata la descrizione di tali feste, dice * tra 'e altro cose, che le donne, le quali ricusavano d'intervenire, eran costretté a prostituirsi, durante il cono di un gior- no, a forestieri j e tutto ciò ch ? esse guadagnavano, con- s agravasi al culto di Venere.
7. Aglauro. Bisogna sapere chi fu questo Eritto- nio, di cui parla la Favola.
Egli fu il iv. Re di Atene. Sotto il suo regno, Ce- rere arrivò in Attica, e furono istituiti i misteri ili Eleusi.
Alcuni Mitologi lo credonc figlio di Vulcano e di Mi- nerva \ altri di Vulcano, e di Tellure, ossia la tgrra. Tutti convengono eh 1 egli era metà uomo, e metà ser- pente. Cerchiamo di penetrare nel fondo di questa Favola.
Lattanzio ib) narra che avendo Vulcano fabbricate le armi agli Dei, Giove si oifii di accordargli qualun- que premio egli chiedesse, confermando la promessa col giuramento per la palude stigia. Vulcano gli chie- se in premio di aver Minerva in isposa. Giove non po- tè magargliela, ma avverti Minerva di resistere per di- fender la sua pudicizia, e che nel contrasto nacque dalla tèrra un bambine metk-uomo, e meta- ser- pente, cui fu dato il nome Erittonio, parola che in
(a) De dea Sjrrìa.
(b) Div. lnst lib. in