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NOTE

1. Abari. Secondo alcuni Storici, Abari viveva circa al tempo dell'assedio di Troja; secondo altri, are contemporaneo di Creso, e di Pitagora. Egli volle conoscer davvicino questo celebre filosofo, l'adorò come lo stesso Apollo, e gli offerì la sua freccia incantata. Una peste orribile, che minacciava la desolazione universale, diè motivo a suoi viaggi, ed allo sviluppo del suo fanatismo. Secondo l'oracolo di Apollo, i soli Ateniesi potevano, coi loro voti, ottenerne la cessazione. A tale oggetto Abari fu inviato dagli Sciti in Atene, ove concorrevano i messaggieri di molte altre nazioni. Questo sedicente profeta fece in questo, come in altri suoi viaggi, un grande spaccio di predizioni. Da questo traffico, egli ricavò gran quantità di oro, che al suo ritorno consagrò ad Apollo Iperboreo 1. Erodoto 2 dice che Avari, ne' suoi viaggi, portava una freccia, e che non faceva uso di alcun cibo; ma Giamblico 3 crede che egli era portato dalla freccia, sulla quale viaggiava stando cavalcioni. Cum Apollinis ejus, qui ab Hyperboreis colebatur jaculo sibi donato inequitaret, fluvios et maria, ac loca inaccessa per aerem quodammodo incedens, permeabat.

Abari era forse un gran viaggiatore a piedi, e la sua freccia volante dinota la celerità de' suoi viaggi.

  1. Jamblic. in vita Pythag. cap. 19.
  2. Lib. IV.
  3. Loc. cit. cap. 28.