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dell’astuzia di Galantide, la trasformò in donnola. Dopo la morte di Amfitrione, Alcmena sposò Radamanto, che in seguito fu fatto giudice dell’Inferno. Nota 8.

Alettrione, giovanetto favorito da Marte, e confidente de’ suoi amori con Venere. Questo Dio lo aveva incaricato di vegliare alla porta del palagio di questa Dea, per non esser sorpreso dal Sole, durante il dolce trattenimento. Alettrione una volta, essendosi lasciato vincer dal sonno, Marte venne colto in fallo con Venere dal Dio del giorno, che li dinunziò a Vulcano. Questi gl’inviluppò in una rete, ed in tal guisa li diede in ispettacolo a tutti gli Dei. Marte sdegnato contro il negligente Alettrione, lo trasformò in gallo, che tuttavia, conserva la cresta del suo caschetto. Di qui è che quest’uccello rimembrando l’antica sua negligenza, non manca mai di annunziare col suo canto, in ciascun giorno, il ritorno del Sole sull’orizzonte.

Alfeo, cacciatore di professione, amò Aretusa, seguace di Diana. Egl’inseguì questa ninfa, ed era già, sul punto di raggiungerla, allorquando Diana cangiò lui in fiume, ed Aretusa in fonte; ma non potendo egli obbliare la sua tenera passione per lei, corse a frammischiare le sue acque con quelle di Aretusa. In effetto Plinio e molti scrittori antichi dicono che l’Alfeo, fiume di Arcadia, scorrendo per di sotto il mare, venisse a risorgere in una spiaggia di Sicilia; ma ciò è una pretta favola. L’Alfeo s’imbocca nel mare, come gli altri fiumi. Presso Aretusa è un fonte, le cui acque penetrano le onde salse, senza contrarre dell’amarezza; quindi forse deriva la opinione, che Alfeo corresse per le acque del mare. (V. Aretusa.)