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QostJi dea aveva una cintura eli© inspirava della tenerezza. Era riessa, dice Omero, un tessuto mirabilmente diversificato * iti cui trovavansi g’i allettamenti i più wriucenti, le attrattive, l’amore, i desiderj, i trattenimenti furtivi, gP inganni innocenti, e lo scherzo vezzoso, che sorprende insensibilmente Io spirito e i mori i più sensati. Giunone, per farsi amare da Giove, prepo Venere di prestarle la sua cintura \ la dea di citerà gliela offrì subito, dicendole voi troverete, in essa tutto ciò ehe potete desiderare, e per un segreto incantesimo, che non si può spiegare, essa vi procurerà la tenerezza di Giove „.

iride, a cui Venere mostrossi in tutta la sua hejlezf *a, le aggiudicò il pomo che Giunoni e Pallide le disputavano, e che la Discordia aveva gittata sulla mensa Mie nozze di Teti e di Peleo. Ella pregedevra ai matti* mrnj e a tutt 1 i piaceri derivanti dalla tenerezza amoro*

  • a. Le furono innalzati de* templi, i più. celebri de* quali erano quelli di Amatunta* di Lesbo, di Citerà, di

Pafo e di Gnido. Tra i fiori ertile consagrata la rosa, fra gli alberi il mirto, fra gli uccelli i cigni, e sopratt utfo i colombi.

I figlinoli di Venere sono Amore e le tre Crazie. Ella Amò i! v>go Adone, che fu ucciso da un cignale. Per ordinario questa dea viene rappresentata in atto di pasegiar per 1" aria, assisa sopra un carro tirato da colombi che beccansi P un l’altro. Una corona di mirto e di ros«adorna la sua bionda capellatura. La gioja 1 ri’!a ngìi occhi suoi. ed il sorriso sulle labbra ] e mille aurorini che scherzano colla sua cintura, sembrai**

  • ]’ f.;r applauso alla sua bellezza * Fig 7 5.