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inai, orrido Dell* appetto e coverto di vecchi cenci» l*a dea gli pose in roano un grosso bastone ed una bisaccia sulle spalle, fatta rappezzata, che attaccata ad una conia, gli pendeva sino alla mela del corpo. In siffatta guisa il re d’Itaca si portò nel suo palazzo.

Telemaco fa il primo, cui suo padre volle scoprirsi. Minerva toccò Ulisse colla ’sua verga d’oro, ed alT istante comparve rivestito de* suoi begli abiti, ricuperò la sua bella statura, la sua aria insinuante e la sua primiera bellezza. Telemaco l’abbracciò teneramente, e presero insieme le misure per* disfarsi de 1 loro n inaici, «di tatti gli amanti di Penelope. Fatto un tal concerto, Minerva trasfornaio di nuovo Ulisse come prima. Giunto alla porta del suo palazzo, fu riconosciuto da un cane che vi avea lasciato, allorché partì per Troja, e che in rivedere il sua padrone, morì di allegrezza. Penelope, cui egli manifestossi, gli narrò com’ella aveva passato la sua vita dopo la di lui partezza: nel medesimo tempo eli disse che non potendo più eludere le persecuzioni de* suoi importuni amanti, aveva loro proposto per r indomani Y esercizio di tirare all’anello coi!’ arco dello stesso Ulisse, e che si era promessa in premio a colui clic fosse riuscito a tendere quest’arco. Ulisse approvò tal risoluzione, sperando in tal mòdo potersi vendicare di costoro. Tntf i pretensori avevano accettata la proposizione della regina, ma in vano si affaticarono di tender l’arco. Ulisse, dopo di essi, chiese il permesso di provarvisi; tese l’arco agevolmente, «nello stesso tempo, a j «tato da suo figliò, e da due domestici fedeli, ni quali erasi scoverto, vibrò i colpi delle sue frecce contro i persecutori, e l’un dopo l’altro gli uccise.

In seguito questo eroe regnò pacificamente nella sua