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  • fuggirsene. Dappoiché ebbe egK guadagnata la

confidenza àVTrojani, diede loro il. consiglio d* intro-» durre nella citta quel gran cavallo, di legno, che i Greci avevano lasci ip sulla, spiaggia, come un voto a Mi, nrrva, assicurandoli che. Troja si renderebbe inespugnabile, qualora vi fosse una volta introdotto. Il consiglio fu eseguito ed il furbo Sinoné nel centro della notte; andò ad. aprire i, fianchi del cavallo, e ne fece uscir* tutti quei guenàeri. che yi eran rinchiusi".

Sirene, figlie del fiume Achelpo e della muta Calliope; 4 erano tre, Partenopee, Leucosi*, Ligea. Pel tempo, del rMo di. Proserpina, vennero nella Sicilia, e Cerere, in pena di non aver esse dato soccorso, a sua figlia rapita da Plutone, le cangiò in uccelli. Abitavano sopra alcuni scogli dirupati sulT orlo d$l mare, tra l’isola di Capri e la spiaggia d* Italia. Colla loro armonia, cercavano di arrestare tirando a se i ’passaggieri, che incautamente ascoltavano il loro canto, incantandogli a segno ch’essi non pensavano più al loro paese, e scordandosi anche del mangiare e* del bere * morivano di fame t La terra di quo* contorni* era *utta bianca per le ossa ammonticchiate di coloro che vi eran periti in tal guisa. Ulisse che doveva passare colla sua nave davanti adesse, avvertito dt Circe, turò le orecchie de 1 suoi compagni con cera, ed egli medésimo li fece attaccare all’albero della nave per le mani e pei piedi } affinchè se mai allettato dal dolce suono e dalle attrattive delle Sirene, gli venisse voglia di fewnarsi % non potesse farlo. Questa, precauzione non fu inutile, ventre Ulisse., malgrado l’avviso avuto del pericolo t

  • cui esponeva»!, rimase così incantate dal canto lai«

T.II. i*