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to Edipo sposi» Giòetst» la quatè ere destinata m> pr*~ mio a colui che vìncerebbe il motti* f. Era dessi su*, madre da lui oon*oonosciuta>. AUow Edipo ne fu in» fermato,, crepotsi g)i< cechi-, per ladisperaiioae, e gre» ce iul volontario* esilio, dalla, anni patria».
Sibille. Questo» nome* dapprima* fu dito alla profe~tessa di Delfo l’presa- de una parola greca che siguific» inspirato o consigliato» dagli, dei Dipoi divenne cornai ne a» tutte le donne che davano oracoli Le Sibille erane molte,. ma là piti ri»emata*era quel* la il Cuma in Italia. Faceva -la sna ordinaria dimora/ in un* grolla vicina a qnesta città. Di’oes» che- Apolloavendole palesata la sua passione per lei v non potè altrimenti* farsi, amare che a condiziona di farla vivere tanti anni quanti erano- i granelli ■ di sabina che parrebbe tenere nella sua’ mano. In effetto ella pervenne ad una età s\ decrepita che non le restò- altra, che la voce per rendere degli oracoli»
Àttribuisconsi alle- Sibille i versi chiamati Sibillini Erano questi una raccolte di oracoli la custodia de’ quali era affidata a malti, sacerdoti Aveva*) una fede cosV ferma alle laro predizioni, che dovendosi intra prendere una guerra importante, o repnsaere. una violenta sedi* zinne; nel casa clic l’armata fosse- stata disfatta y ehm la peste e la fame tv qualche altra- malattia’ epidemica affli g esse la città a la campagna, a* finalmente,. se* si. fossero osservati alcuni prodigi annuneianti qualche- grande disgrazia, non fnanoavesi di ricorrere a queste profetesse. Una faccetta, di siffatti oracoli (u consumata ne]T incestile del Campidoglio setto la dittatura di Siila. Furono fatte delle spediaioni ia Grecia per raccoglici*