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TprtHO ti promontòrio Sìgee. Xa favola ne attribuisce la origine *d Ercole. Questo eroe ritrovandosi estrswameo* te assetato, si poie a scavare il térrréno v donde feco scaturire la sorgente di un ’fiume >, chcprese il nome dalla circostanti. Dicesi che le sue acque avevano la prò* prieta di render biòndi i capelli delle donne xhe vi si bagnavano Questo ’fiume aveva un tempio e gli si rendevano de’sagrifizj. Era rispettato; a segno che lo giovinette nel giórno’ antecedente alle loro nozao -, «ve* vano il costume di andare a bàguarsi nelle sue acque* Il dio, lusingato da questo culto, usciva dàlP intero» del suo cannéto, prendeva la giovinetta per la mano

  • o la condttctva nel suo >ala2to.

Scea, porta della citta di Troja l’àW era la tomba sii Laomodonte*»

Scilla, ninfa amata da Glauco, dio marino; ma quo» "stTnon avendo potuto renderla sensibile alla saa passio* ne, ricòrse a Circe famosa maga Y la quale compose ui* veleno*, e lo gitto ih una fonte, ove la ninfa eia solite bagnarsi. Appena Scilla era entrata nella fonte che vi» desi cangiata io un mostro che avea dodici artigli j tei .bocche e sei teste. Una moltitudine di cani le usctvana dal corpo dintorno lai. fianchi, che éon incessanti latrati atterrivano tutt* i pàssaggìeri. Scilla stessa atterrita dalla sita figura, gtttotsi nel maro presso il famoso stretto ch# porta ft sa© nome } ina ’ella vendicasi di Circe facendo * aanfragare i vascelli di Ulisse suo amante. Virgilio dice* che allorquando ella vede passar vascelli per lo stretto, avausa la tota testa fuori dell’antro, tirandoli a se per ftrli poriio. lo etrepiu delle e*4o «ke vawo fuiyi a