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Satiri, divinità campestri, the rappresentami coma piccioli uomini molto pelosi con corna e piedi di capra» Abitavano le foreste e le montagne; c loro. offrivansi de 9

    • gri£zj b per rendersili propizi «

Saturnali, leste tortane ih onox di Saturno. Cele’travansi con con un grande apparato nel mese di dicembre. L’oggetto di tali feste era di rinuoVellare la memòria della, eguaglianza 9 che regnava tra gli uòmini del tempo di Saturno. Durante tale sollennita tutto respira* va gioja e piacere. I tribunali erano chiusi, le scuole vacavano $ non era permesso d’intrapendere alcuna guerra, né di giustiziare alcun reo, nè di esercitare altr’arte che quella di far la corina. Facevansi de 1 scambievoli regali, davansi sontuosi banchetti. Di più, la città, per un editto pubblico, lasciava ogni sorte di fatiche. Sospendeva l’esercizio della potestà de’ padroni sopra ì loro schiavi, i eguali facevano e dicevano tutto ciò che) loro piaceva. Vestivansi degli abiti de 1 loro padroni, dai quali erano serviti a tavola, come se volessero far ri* sorgere le usanze dell’età dell’oro. Finalmente ogni licenza era permessa ai schiavi durante siffatta solennità.

Sagrificavasi a Saturno colla testa scoverta contro l’ustaza delle altre cerimonie, sotto il pretesto che il tem~» po scopre tutto. Davansi anche de* combattimenti di già* diatori, perchè immaginava che la sola effusione del «angue umano, poteva onorar quello dio? e renderlo prò* pino ai voti de 1 jnortdi.

Saturno, figlio, di Urano e di Vetta, ovvero del Cie* lo e della Terra. «Questo dio non volendo aoffrire altri «di c*e lui o Titaj» suo frattllo 9 mo padtfl