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si d’Ippodamia di lui figlia, si potè anch’egli al &n« nero de’ suoi pretendenti, e fu il pili felice. Prima di combattere contro Enomao, fece un sa g rifiato a Miner* Ta 5 e mercè la protezione di questa dea, restò vitto « ri oso, e quindi possessore d’Ippodamia e re di Pisa. La Parola dice che Nettuno, il qnale s.’ interesserà per Pelone a cagien di sua bellezza, gli fece dono di un carro e di due carelli, per mezzo de’ quali immantabilmente dorea vincere Enomao. Oridio riferisce un’altra sna avventura. Dice che gli dei essendo andati ad alloggiare in casa di Tantalo, suo padre, costui per far pruova della loro dtrinha, scannò il proprio figlio, e ne fece imbandir le membra insieme con altre vivande. Cerere più ghiotta degli altri, ne aveva di già mangiata una spalla, allorché Giove, avendo scoverto- l’orribile eccesso, rese la vita a Pelope, gli rifece la spalla di avorio, in vece di quella che avea perduta, e precipitò suo padre nel fondo dei Tartaro. Ijgli died* il nome al Peloponneso.

Penati e Lari, dei domestici e particolari di ciascuna, famiglia o casa. Le loro statue collocavansj presso, i fo* colari o nel luogo il pia segreto della casa, Erano onorati con un eulto molto religioso, vi si ergevano degli altari in loro onore, vi si tenevano accese alcune lam» pane, e loro offrivasi dell* incenso, del vino 9 e UX+ volta delle vittime,

Penelope, figlia d 1 Icario fratello di Tradar*, re di Sparta, per la sua bellezza richiesta in isposa da molti principi greci. Suo padre, per evitare le contese ohe avrebbero potuto insorgere tra i pretemseri, gli obfcligò