Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/25


9

è con Venere, cioè a dire colla Terra, che abitiamo; ma nel resto dell’anno egli è lontano da noi. È ucciso da un cinghiale, cioè dall’inverno, allorchè i suoi raggi non hanno più la forza di scacciare il freddo, nimico di Adone e di Venere, cioè della bellezza e della fecondità. Nota 6.

Adrasto, re di Argo, fu obbligato di salvarsi presso Polibo, suo avo paterno, per sottrarsi alle persecuzioni di un usurpatore, che si era impadronito de’ suoi stati. Avendo consultato l’oracolo di Apollo sul destino delle due sue figlie, gli fu risposto ch’esse si mariterebbero, una ad un cinghiale, e l’altra ad un leone. Qualche tempo dopo, Polinice e Tideo capitarono alla corte di Adrasto, l’uno coverto delle pelle di un leone, gloriandosi di portare le insegne di Ercole; l’altro travestito della pelle di un cinghiale, in memoria di quello, che fu ucciso da Meleagro. Adrasto credette allora di aver ritrovato in essi il compimento dell’oracolo, e diede loro in ispose le sue figlie Argia e Deifile.

Polinice, essendo stato privato del trono di Tebe in Beozia, da suo fratello Eteocle, Adrasto suo suocero imprese a rimettervelo colla forza. Questa guerra fu chiamata l’Impresa de’ sette prodi, perchè i capi erano sette principi valorosi, cioè Polinice, Tideo, Anfiarao, Capanco, Partenopeo, Ippomedonte ed Adrasto. Anfiarao avendo predetto che quest’ultimo sarebbe il solo che avrebbe riveduta la sua patria, tutti gli altri incaricarono anticipatamente Adrasto di recare de’ doni alle loro famiglie, secondo il costume di quei tempi, come sicuri di non più rivederle. In effetto essi tutti perirono sotto le mura di Tebe. Adrasto ispirò