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bene che non vi era uomo che potesse strapparglielo Poneva il piede su di un disco ben unto di olio, e perciò molto sdrucciolevole; ciò non ostante, per qualunque sforzo si facesse, non era possibile di smuovernelo, o di fargli rallentare il piede. Cingevasi la testa con una corda in guisa di nastro, riteneva indi la sua respirazione: in questo stato violento, rigurgitando il sangue nella fronte, gli si gonfiavano talmente le vene che la corda si rompeva. Teneva talvolta il braccio dietro al dorso, la mano aperta, il pollice alzato e le dita congiunte, ed in questa posizione un uomo non poteva separare il piccolo dito dagli altri.

La sua voracità era incredibile. Appena saziavasi con venti libbre di carne, con altrettanto di pane, è con quindici bocali di vino in un solo giorno. Avendo percorsa una volta tutta la lunghezza di uno stadio, portando un toro di quattro anni sulle spalle, lo uccise con un colpo di pugno, e lo divorò tutto intero in quel giorno stesso. Mentre egli un giorno ascoltava le lezioni di Pitagora, la colonna che sosteneva il soffitto della sala ove stavano i discepoli, essendosi scossa all’improvista per qualche accidente; egli solo la sostenne, diede tempo ai discepoli di ritirarsi, e dipoi anch’egli si salvò. Finalmente la stessa sua forza gli fu fatale. Volendo un giorno spaccare un albero in due parti, le sue mani restarono prese nell’apertura, cosichè non potendo liberarsele, vi rimase incappato, e quindi fu divorato da lupi.


Mineo (le figlie di), erano tre, Iride, Climene, Alcitoe: ricusarono d’intervenire alla festa delle Orgie,