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cibi, di maniera che vedevasi, per propria elezione, condannato a morir di fame. Pregò dunque Bacco di rivocare un dono sì fatale, e per ordine di questo Dio andò a lavarsi nel Pattolo, che d’allora in poi menò arene di oro.

A questa prima favola Ovidio ne aggiunge un’altra. Pan vantandosi un giorno in presenza di alcune ninfe, di saper cantare, e di modular dolcemente la sampogna in preferenza dello stesso Apollo, ebbe la temerità di fare una disfida a questo dio sul canto e sul suono, Mida, amico di Pan, eletto giudice tra questi due competitori, giudicò in favore dell’amico. Apollo, per vendicarsene, gli fece crescer le orecchie come quelle dall’asino. Mida era molto attento a nascondere le sue enormi orecchie, e le cuopriva sotto una magnifica tiara. Il barbiere che lo serviva a racconciargli i capelli, se n’era avveduto ma non osava parlarne. Impaziente di custodire il segreto, si recò in un luogo remoto, formò un buco nella terra, vi avvicinò la bocca, e con voce bassa disse che il suo padrone aveva le orecchie di asino: cuoprì indi il buca e ritirossi. Poco dopo ne uscirono alcune canne, che agitate dal vento, ripeterono le parole del barbiere, e palesarono a tutti che Mida aveva le orecchie di asino.


Milone di Crotone, uno de’ più famosi atleti della Grecia. Ben sei volte fu vincitore alla lotta ne’ giuochi Olimpici, e simile successo ebbe ne’ Pizj; ma in seguito non potè più combattere per mancanza di antagonista. Egli aveva una forza straordinaria. Teneva in mano una melagrana e con applicarvi le sole dita, senza comprimere o schiacciare il frutto, tenevalo così