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Melicerto, figlio di Atamante e d’Ino. Per evitare il furore di suo padre, che perseguitava lui e sua madre, si precipitò nel mare. Un delfino lo accolse e lo trasportò nell’istmo dì Corinto. Sisifo, avendolo trovato esposto, lo fece seppellire onorevolmente; e cangiando il suo nome in quello di Palemone, instituì in suo onore i giuochi Istmici. Fu egli onorato principalmente nella isola di Tenedo, ov’era considerato come un Dio marino.
Melpomene una delle nove Muse, che presedeva alla tragedia. Per ordinario viene rappresentata sotto la figura di una bella donna, di aspetto serio, vestita riccamente, calzata di un coturno, tenendo degli scettri e delle corone in una mano, ed un pugnale insanguinato nell’altra. Fig. 49.
Memnone, ovvero Mennone, figliuolo di Titano e dell’Aurora, re di Abido in Asia. Recossi in soccorso di Troja con dieci mila Persiani; ed un gran numero di carri. Si distinse per la sua bravura ed uccise Antiloco figliuolo di Nestore; ma Achille combattè contro di lui, e lo fece cadere sotto i suoi colpi. L’Aurora, agitata dal dolore, gittossi a piedi di Giove e lo scongiurò di accordare a suo figliuolo qualche privilegio che lo distinguesse dagli altri morti; altrimenti avrebbe ella privato il Mondo della sua luce. Giove esaudì la sua preghiera. Il rogo, già acceso, sul quale doveva esser consumato il corpo di Memnone, si sprofondò in un istante, e dalle ceneri uscì una immensità di uccelli, i quali dopo aver girato tre volte intorno al rogo, combatterono tra loro con inesprimibile ardore ed ostinazio-