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do: questo figliuolo viverà fintantochè durerà questo tizzone.„ dopo di che si ritirarono - Altea subito andò a prendersi il tizzone, lo smorzò, e lo guardò con molta gelosia . Intanto Eneo in un sagrifizio che fece per ringraziare gli Dei del fertile ricolto di quell’anno, obbliò Diana. Questa Dea sdegnata della di lui non curanza, inviò un furioso cinghiale, che devastò le campagne di Calidone . Eneo radunò tutt’i giovani e bravi principi della Grecia con un gran numero di cani, e mise alla testa di essi il di lui figlio Meleagro, il quale uccise il cinghiale, e ne presentò la testa ad Atalanta figlia del re di Arcadia, ch’eragli stata promessa in ìsposa. Gli zii di Meleagro, fratelli di Altea pretesero che dovevasi rendere ad essi un tale onore, e tolsero ad Atalanta la testa di quel cinghiale. Meleagro sdegnato per tale oltraggio, uccise amendue. Altea penetrata dal dolore per la morte de’ suoi fratelli, obbliando di esser madre, tra le più orribili imprecazioni, dedicò suo figlio alle Furie; e gittò nel fuoco quel fatale tizzone, dalla cui conservazione dipendeva il di lui destino. Meleagro si sentì subito divorar le viscere da un fuoco segreto, che li cagionò dolori acerbissimi, e finalmente, allorchè il tizzone fu consumato, morì. Altea non tardò guari a pentirsi della sua crudeltà: ella ne concepì tal cordoglio che si trafisse il seno con un colpo di pugnale. Le sorelle di Meleagro afflitte per la morte del loro fratello, si assisero presso la di lui tomba, e piansero tanto che Diana, per compassione, le cangiò in una specie di galline, che chiamavansi uccelli di Meleagro, perchè credevasi, ch’esse in ciascun anno passassero dall’Africa in Beozia per andare a visitar quella tomba.