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accorgesse, e le tagliò la testa, della quale si avvalse, per pietificare i suoi nemici. Così egli cangiò gli abitanti della isola di Serifo in iscogli, ed Atlante in uno smisurato monte. Dal sangue che uscì dalla piaga di Medusa nacque il cavallo Pegaso, che battendo con un piede la terra, ne fece sgorgare il fonte Ippocrene. Perseo dopo aver trionfato di tutt'i suoi nimici consagrò a Minerva la testa di Medusa, che dipoi fu scolpita nella terribile egida di questa Dea. Virgilio la mette anche sulla corazza di Minerva nel sito che cuopriva il di lei petto. In seguito divenne l'ornamento il più ordinario de' scudi degli eroi.
Megara, figlia di Creonte e moglie di Ercole. Mentre questo eroe era disceso, e trattenevasi nell'Inferno, donde credevasi che non ritornasse più, Lico volle impadronirsi di Tebe, e forzar Megara a sposarlo; ma Ercole ritornato a tempo, uccise Lico. Giunone sdegnata per la morte di Lico, e perché sempre avversa ad Ercole qual figlio di una delle concubine di Giove, lo fece cadere in frenesia, e gl'inspirò tal grado di furore, che uccise Megara e i figli che ne aveva avuti.
Megera, una delle tre Furie. Il suo nome esprime il livore e le contese ch'eccitava tra i mortali. Ella affliggeva con la maggior rabbia gli scellerati.
Meleagro, figlio di Oeneo (ovvero Eneo), re di Calidone e di Altea, figlia di Testio. Sua madre, mentre sgravavasi di lui, vide presso il focolare le tre Parche, le quali mettevano un tizzone nel fuoco, dicen-